Articoli di Giovanni Papini

1955


Mario Pellegrini
Pubblicato in: L'Ultima, anno VIII, fasc. 77-78, p. 372
Data: 25 settembre-25 dicembre 1955


pag. 372




   Quando Mario Pellegrini parlava, con quella sua severità aggraziata da una maliziosa ironia, o con quella sua arguzia che mal nascondeva una irrequieta amarezza, ci si accorgeva che egli era uno di quelli che non fanno i conti, sul piano morale, con gli altri uomini, ma soltanto con se stessi e con Dio.
   Mario Pellegrini non era un artista «puro», ma tanto meno un mestierante «al vil guadagno inteso». L'architettura era per lui, una specie di geometrica diga per rattenere le ondate del sentimento, della passione, dello sdegno e di ogni turbolenza dell'animo suo tumultuante. Egli era, volta a volta, un artista ben fornito di risorse ideali e plastiche, un sofista socratico, uno spadaccino castigatore, un satirico aggressivo, un poeta fedele ai morti, un esecutore dalle molte voci, dalle molte note, dalle molte frecce. Ma il cuore generoso e l'intelligenza valorosa davano alla sua multiforme natura quella mirabile unità umana e vitale che ispirò l'ammirazione e l'affezione in tutti coloro che ebbero la felicità di conoscere profondamente l'ancor presente amico Mario Pellegrini.


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